
Il sound di questa canzone racchiude tutta un’epoca e uno stato dell’animo. L’epoca era quella delle BR, dei NAR, del rapimento Moro e del compromesso storico ma parallelamente esisteva la dimensione di “Figli delle stelle” assolutamente estranea all’altra e felicemente indipendente nella disinvolta noncuranza della pesantezza del reale che all’epoca sembrava sul punto di esplodere. L’incipit irresistibile trascinava in un attimo in un mondo di persone che sapevano il fatto loro interessanti e seducenti, brillanti e ironici… I “figli delle stelle” 🙂
Luglio 26, 2010
l’altra canzone per cui vale la pena ricordare Alan Sorrenti “Tu sei l’unica donna per me”
Luglio 27, 2010
Senza nulla togliere al Sorrenti…. ma un anno prima Stefano Rosso cantava così….:-)
http://www.youtube.com/watch?v=jdI3uSjKE34
testo godibilissimo e dissacrante e sempre attualissimo….
Luglio 27, 2010
“Una storia disonesta” è una pietra miliare e merita un discorso a parte. Sorrenti rientra nel pensiero “light” di allora, Rosso era strutturato, aveva spessore e ironia, i controcoglioni…
Luglio 27, 2010
Concordo pienamente….era solo una provocazione “light”;-)