Danny Wilde è vivo, comunque…

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Danny Wilde è l’americano della coppia di protagonisti nel telefilm “Attenti a quei due”, l’altro, l’inglese, è lord Brett Sinclair. Mi sarebbe piaciuto una sera di queste parlare di un telefilm che è uno dei pilastri del mio più intimo “senso della storia”, ma ne parlo stasera perchè è successo ciò che sai che è ineluttabile per tutti, ma per alcuni si è intimamente convinti che ci sia una dispensa degli dei. Tony Curtis è morto, e con lui va via la sostanza umana che ha dato vita a una delle maschere universali del mondo. Il bello brillante e simpatico. Curtis era un bell’uomo ma alla fine il suo personaggio fu il primo che dall’Olimpo di Hollywood ci guardò dal grande schermo e ammiccò con l’occhiolino guardando il fondoschiena di una bella ragazza. Non era distante come gli altri, lui era lì a fianco a te pronto al commento, alla battuta spontanea di fronte allo spettacolo della vita. Credo che Danny Wilde fosse lui, non come Bela Lugosi diventò alla fine il conte Dracula ma nel senso contrario, che il personaggio del telefilm sia stato profndamente influenzato dall’attore che lo interpretò. Per anni la domenica pomeriggio quella sigla e quei fotogrammi che raccontavano parallelamente la storia dei due personaggi di “Attenti a quei due” è stata un’inconscio riferimento. Ovviamente, anche per le mie personali condizioni, non potevo che sentirmi più vicino al giovane cresciuto nelle strade del Bronx e mi chiedevo se come lui avrei fatto strada e se anche di me i giornali avrebbero parlato e se sarei mai dventato amico di uno snob come Roger Moore etc. Insomma, in questo modo bislacco mi proiettavo nel mio futuro, pensando ai fotgrammi della mia vita in una ipotetica sigla… Oggi la realtà irrompe nel mio futuro permanente aggiungendo il fotogramma che non c’era e che nonostante tutto ero convinto che non sarebbe mai arrivato.

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